SCOZIA: UN'ESTATE DA LIBRAIE - GIORNO 9

"L'amore e la ragione sono due viaggiatori che non abitano mai insieme nello stesso albergo: quando uno arriva l'altro parte."

- Sir Walter Scott, La sposa di Lammermoor (1819)









THE BRIDE OF LAMMERMOOR

Cosa impariamo oggi: se gli scozzesi dicono una cosa, la fanno. La mattina del 29 agosto Shaun si presenta nella nostra libreria con un'esperta di investimenti, pronta a creare un business plan per l'acquisto di un edificio e futura libreria a Wigtown. Questo perché il giorno prima,sentendomi ormai parte del luogo, mi ero fatta prendere dall'idea di creare qualcosa nel paese dei libri e Shaun si era offerto di aiutare . Prossimamente, dovrò stare attenta a parlare.

Protagonista indiscussa del pomeriggio, invece, è lei: Rosemary, la proprietaria dell'edificio in cui lavoriamo. La nostra signora in giallo ci aveva promesso una gita speciale, e ha mantenuto la parola. Arriva alle quattro e ci fa chiudere il negozio perché dobbiamo "assolutamente visitare" le rovine di Baldoon. E' qui che si sviluppa la storia/leggenda di Lucia di Lammermoor, una giovane donna promessa in sposa ad un nobile che non amava e che morì un mese dopo il matrimonio. La vicenda è stata narrata dallo scrittore Sir Walter Scott, dal compositore Donizetti, dall'artista Everett Williams. Per noi, oggi, in esclusiva, la vicenda viene invece narrata da Rosemary Bythell sulla sua macchina, nel tragitto verso il luogo di sventura. Rosemary non si è limitata, nel corso del tempo, a raccontare un fatto: ne ha scritto un libro. Quello che dovete immaginarvi ora è una tipica signora British, talmente caratteristica da sembrare caricaturale, che guida non troppo bene tra i sentieri della campagna scozzese e che con il suo irresistibile accento c'intrattiene all'inverosimile. Io non ho fatto altro che pensare ad una scena degli Aristogatti per tutto il percorso. Il fatto che la signora Bythell colori i suoi monologhi con espressioni in francese tipo "Mon Dieu", "C'est la vie (as we say here)" o "Il pleut!" rende il tutto ancor più simpatico ma non possiamo continuare a ridere così, non è molto educato. Neanche quando, per l'ennesima volta, parlerà di Lucia di Lammermoor come "Oh, the poor little thing!". Arriviamo alle rovine e lei parcheggia esattamente in mezzo al sentiero. Del castello non è rimasto quasi nulla ma il luogo è estremamente gotico e affascinante. Rosemary racconta anche di un evento teatrale che si era svolto qui una notte durante il Wigtown Book Festival per riproporre la leggenda; dev'essere stato molto suggestivo.

Al ritorno Rosemary si ricorda della promessa di salire per un caffè all'italiana, con la nostra moca. Si assicura che in casa, come in libreria, sia presente il suo libro* (noi abbiamo provato a metterlo nella sezione Local History ma neanche lì sembra riscuotere molto successo). Ce ne regala una copia. Dopo diversi racconti/pettegolezzi sul figlio Shaun e gli abitanti di Wigtown, Rosemary ci saluta, che è sempre di fretta, e se ne va. Tranquilli, tornerà. Anche se nell'uscire non si ricorda dove ha parcheggiato la macchina. O meglio, non la vede ma è esattamente davanti a casa nostra.



*The Real Bride of Lammermoor (Lucia di Lammermoor): The True Story of Janet Dalrymple (Local History Series)





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