IN VIAGGIO CON...JOLE


"Sta attenta, hai detto, l'orgoglio ti raffredda l'animo, può darsi, ma il dolore, madre, anche il dolore lascia una terribile traccia."

- Christa Wolf, Medea. Voci (1996)






Probabilmente quando Jole, collega della Scuola Librai, mi ha scritto del suo personaggio, era alla tragedia di Euripide che pensava. Già, perché lei ama la cultura classica, e questo amore lo nasconde dietro uno sguardo di ghiacchio, lunghi capelli biondi e selvaggi, un'aria gitana. Affascinante come le sue parole, non poteva che portarci nella sua terra: 

Medèa, ho deciso di incontrarti qui, tra i ruderi di Castel Fiorentino di Puglia, questo posto ha goduto delle ultime ore di un grande Re, è qui che è morto Federico II, qui che si è svelato l’oracolo nefasto, qui che ti porterò, perché per  confrontarmi con te ho bisogno di una terra potente, della violenza dell’erba e del silenzio. Vorrei che tu ti sdraiassi con me, che non mi parlassi con ira di Giasone, di tuo padre tradito, della tua terra abbandonata, degli oltraggi, io vorrei che tu qui ti arrendessi, che piangessi e che ti facessi abbracciare; ho portato del vino, beviamo e ti prometto che non avrò paura di stringerti, perché vorrei che tu fossi qui per godere del perdono, e tu capace di vincere il fuoco e di combattere eserciti di giganti nati da denti di drago capirai di aver perso, di esserti inflitta la più tragica tra le sconfitte. Restiamo in silenzio fino al tramonto, di sangue e di fuoco che vedremo da qui e lasciamoci in silenzio, riattraversa il mare, tra questa terra che chiude i porti, torna indietro perdona e salva! Buon viaggio.

Grazie Jole, per questo pensiero che è poesia pura; per averci fatto percepire il fuoco, che magari hai dentro anche tu; per il rifugio, e non il giudizio, che hai offerto a Medèa.   

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