IN VIAGGIO CON...DAVIDE

"Allora vai senza perdere altro tempo, vai veloce mentre l'ultima luce si spegne, vattene da Derry, allontanati dal ricordo... ma non dal desiderio."

- Stephen King, It (1986)




Il progetto di Davide è quello di creare una libreria con la moglie che sia anche uno spazio sociale, in un paese fiorentino in cui si è trasferito per amore. Ama il genere horror e sceglie di viaggiare con il personaggio di un romanzo che io inserirei tra i libri irrinunciabili; e lo porta indietro, in un luogo di ricordi:


Non ho mai amato il mare.
Nondimeno la fortuna di esser cagionevole di salute mi ha quasi fatto cambiare idea. Durante la mia infanzia, sono stato impegnato in lunghe tournée ospedaliere, settimane e settimane chiuso in casa con l’unica compagnia del Ventolin. Soffrivo di bronchite asmatica. Il che voleva dire evitare tutti quei divertimenti che i bambini si godono prima di crescere. La lettura divenne la mia compagnia fedele. La malattia, o la maledici per tutta la vita oppure cerchi di vedere cosa di buono abbia da offrirti. A me la bronchite asmatica ha dato la possibilità di innamorarmi del mare. Eh già! Chi l’avrebbe mai detto! Il mare d’inverno in Liguria è meraviglioso. Improvvisamente diventa un luogo poetico, lirico, commovente. Le passeggiate sul lungomare, l’assalto alle librerie, il vento sprezzante che quasi ti solleva da terra. Basta chiudere gli occhi e ti par davvero di volare. Immaginazione. A volte è l’unica cosa che hai. L’unica amica fedele su cui puoi sempre contare. Ci ho passato la mia infanzia e la mia pubertà a Varazze. Tramortito e stupito davanti al mare mosso, indomito e indomabile. Una forza divina, una potenza che ignora la volontà degli uomini di
donarla. L’essenza di Dio. Fu durante uno di questi lunghi e tristi inverni che acquistai It di Stephen King. Il mio autore
preferito. Mi ero messo in testa di fare lo scrittore come lui. Era il mio dio, quello che sapeva strapparmi dalla tristezza e farmi sentire vivo, felice. Tutti quei mostri, quelle cittadine anonime,
quei personaggi normali, comuni, si riflettevano sulla mia famiglia, i miei amici, e i mostri che avrei tanto voluto evitare di incontrare ma che purtroppo hanno stravolto la mia vita. Mostri umani, altro che vampiri e licantropi! It è stata un’esperienza intensa, forte. It è il libro in cui mi sono imbattuto in un personaggio straordinario, un personaggio che ho amato e amo profondamente anche oggi. Parlo di EddieEcco, spesso mi immagino di camminare per le vie di Varazze in sua compagnia. Liberi dal nostro Ventolin, liberi dall’asma, dalle madri opprimenti, dalla società che ti etichetta come perdente, debole, sfigato. Te lo dicono tante volte che poi ci credi. E invece noi perdenti siamo quelli che affrontano i mostri e li distruggono. Possiamo farlo perché al contrario di quelli che si sentono forti
perché da vigliacchi se la prendono solo con i deboli, noi lottiamo da una vita. Insieme, indivisibili. Non c’è distanza tra Derry e la Brianza, non c’è distanza tra me ed Eddie. Perché consci dei nostri
limiti, vittime di dolori e sofferenze mediocri, votati all'anonimato, eppure sempre in prima fila, pronti allo scontro finale con It, disposti al sacrificio se questo sarà utile alle persone a cui vogliamo bene.
I perdenti sono stati compagni di avventure e imprese epiche nei giorni più neri e terribili della mia vita... Ho lottato e sofferto con loro, stando sempre accanto ad Eddie. Un ragazzino con l’asma, un adulto non risolto, un eroe che con coraggio colpisce quasi a morte il più spaventoso tra i mostri mai apparsi nel mondo della letteratura. Sì, Eddie e io ci meritiamo montagne di focacce alla genovese, pomeriggi ad ammirare la forza del
mare mosso, l’aria che brucia nei polmoni e ci fa respirare.
Un lungo respiro per sopravvivere a un mondo soffocante.

Nulla da aggiungere. Grazie, Davide.

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