IN VIAGGIO CON...ANGELA
"Spalle leggermente curve, mani e piedi grandi, abiti un po' cascanti e l'aspetto ingrato di una ragazza che si trasforma, riluttante, in donna: ecco Jo."
- Louisa May Alcott, Piccole Donne (1868)
Lei rivoluziona. Dà il titolo al suo pezzo. Mi manda la foto di un posto in cui non è ancora stata. Lei, anima delicata, che mai ti aspetteresti veder oltrepassare le righe. E invece. Angela, che sogna la sua libreria, si scopre pian piano e rivela un cuore grande, ribelle, affamato e curioso:
- Louisa May Alcott, Piccole Donne (1868)
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Orchard House, Concord - MassachussetsA spasso con Jo, da Assisi al Massachussets |
C’è una donna che mi accompagna
fin dall'infanzia, un’amica, una sorella, una compagna d’avventure. È Jo March,
la sorella ribelle di “Piccole donne”, beniamina di tante bambine della mia
generazione e forse anche delle bambine di oggi. Perché Jo è l’amica sincera, è
quella che fa a pugni con la femminilità, quella che si sente fuori posto,
quella che monta la rabbia tutto di un botto quando sente un’ingiustizia salvo
poi tornare dolce e tenera una volta passata la tempesta e un personaggio così
non può che essere universale. Io ho avuto e ho la fortuna di averla accanto a
me, quando da timida e impacciata d’improvviso mi trasformo in un’impavida
paladina della giustizia, o quando mi crogiolo nei miei dispiaceri e delusioni,
quando vado fuori dalle righe e faccio la bizzarra con un cappello o una borsa
stravagante o un atteggiamento poco appropriato, quando butto all’aria il
convenzionale e mi tuffo in un’avventura nuova, pur di trovare la mia strada.
Jo mi ha accompagnata nei miei viaggi e gite da
bambina, nelle tanto agognate vacanze scolastiche, preludio della gioia di esplorare
il mondo, quando all'improvviso sentivo di essere grande senza neanche rendermene
conto e senza sforzo; nelle vacanze al mare quando il momento più eccitante era
lottare sul bagnasciuga con i cavalloni nelle giornate da bandiera rossa; nei
primi viaggi da adulta dove è iniziata la ricerca assurda e spasmodica di
riuscire a vedere il più possibile, capire il più possibile, sentire il più
possibile dei luoghi visitati, con la consapevolezza dolce e amara insieme che non ci sarà mai il tempo necessario per vedere,
toccare, annusare ogni angolo della terra.
Jo era ed è con me nelle mie letture, dove il
viaggio è immaginato ma non per questo meno eccitante o reale, dalla Londra
delle carole di Natale di Scrooge, alla brughiera inglese con i fiori selvaggi,
l’erica e la sensazione del vento nei capelli dove ho incontrato Jane Eyre e Sir
Rochester; era con me sui piroscafi, i treni e il dorso dell’elefante in India con
il Signor Fogg e Passepartout; con me e Jack Kerouac attraversando gli States
in lungo e in largo. So che continuerà ad essere con me in tutti miei futuri
viaggi, voli pindarici, inciampi, cadute e rinascite. C’è però un luogo speciale
che un giorno visiteremo insieme, dove vorrei che lei mi portasse, nella
vecchia casa della famiglia March, perché esiste veramente…a Concord, nel Massachussets,
c’è la casa dove visse Louisa May Alcott, la vera Jo, traendo ispirazione per “Piccole
donne” e i suoi personaggi dalle vicende della vita familiare: ci sdraieremo
sul tappeto davanti al cammino, andremo in soffitta a fare i “pellegrini”, cercheremo nel baule i
vestiti delle pieces tante volte
interpretate, andremo nella stanza che Louisa/Jo condivideva con la sorella
Anna/Meg ed accarezzeremo lo scrittoio che vide la luce di un capolavoro della
letteratura per ragazzi.
In in un mondo che corre noi ci fermiamo, grazie ad Angela, in una vecchia casa di campagna americana. E ci lasciamo cullare.
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