ULLAPOOL CHRONICLES: THE BOOKSHOP



Vista dalla libreria
Ho vissuto il Book Festival attraverso i racconti estasiati delle persone che partecipavano alle sessioni degli autori poi si fiondavano in libreria; è stato un po' come vivere gli eventi lo stesso, attraverso le loro impressioni, i commenti, i consigli sul libro da leggere assolutamente dopo aver sentito quella scrittrice parlare..."Oh, she was mind-blowing!". Tutte le speaking si tenevano al Village Hall (il "Comune") e la cosa fa molto ridere perché non abbiamo il sindaco ma abbiamo il Comune; Ullapool risponde al Comitato delle Highlands, che penso sia un eufemismo per "villaggio a statuto autonomo", per quello che ho potuto vedere. Questa semi-indipendenza mi piace. Conoscendo anche più persone scopro che difficilmente il nome non è seguito dall'appellativo che descrive il mestiere: John the Postman, Jenny the Ranger... Le donne si chiamano tendenzialmente Becky o Kathy, gli uomini John. Aneddoto per me di vitale importanza che continua a salvarmi in tante situazioni.

L'incontro più breve e intenso della settimana è stato con un cliente sull'ottantina. Entra, distinto ed educato, mentre sto sistemando i libri sugli scaffali e mi chiede con gentilezza:
-  'Have you got by any chance any Charles Dickens'? No, you probably don't.'
- "Avete per caso qualche libro di Charles Dickens? Probabilmente no...
E se ne va prima che io possa rispondere. Aveva ragione, peraltro.



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