IN VIAGGIO CON...MATTIA


"Chi non crea non può fare a meno di distruggere."

- Ray Bradbury, Fahrenheit 451 (1953)


Darvaza, Turkmenistan. È un enorme buco nel deserto che si è formato durante una trivellazione dei russi per estrarre gas. Da quel momento in poi non ha smesso un solo secondo di bruciare


Sulla scia del binomio libraio-archeologo, presento il secondo collega della Scuola: Mattia. Di Asti, silenzioso ma attento, un po' misterioso. Il suo progetto è quello di una libreria itinerante, quindi attenzione, che un giorno potreste vederlo spuntare nel vostro paese. Scelta importante, la sua:

Decidere di fare un tour delle repubbliche centroasiatiche non è scontato. Farlo facendosi accompagnare da Guy Montag (Fahrenheit 451) potrebbe però diventare interessante.
Il “Regno degli Stan” (Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan) include un’immensa area geografica di cui le cronache non parlano o che mediamente ignorano. Governati da regimi finto-democratici in cui le elezioni vengono vinte da candidati forti con il 98-99% del consenso, non ammettono di fatto opposizione interna. La libertà di stampa è inesistente e la conoscenza è solo conoscenza di partito. La democrazia non ha cittadinanza a sud della “Grande Madre Russia”. Al contempo, devo ammettere, sono nazioni caratterizzate da paesaggi naturali stupendi, zone per lo più desertiche tra le più pericolose al mondo ma ricche di fascino e di storia millenaria.
Che senso ha, direte, portarsi dietro Guy Montag? Se ci limitassimo a visitare i paesi per le loro bellezze non ci sarebbe nulla da ridire. In fondo, dopo tutto quello che gli succede in Fahrenheit 451, ci sarebbe solo da pagargli un biglietto di sola andata per le Maldive e poi spiaggia e cocktails tutta la vita!
E invece no, Guy può capire perché lo porterei nelle repubbliche centroasiatiche e potrebbe aiutarci a capire il perché queste abbiano deciso che la libertà di pensiero e la conoscenza non siano una priorità. La pericolosità del sapere data in mano al popolo genera molto spesso problemi a chi è abituato a sentirsi sempre dire di sì.
Guy questo lo ha capito a sue spese e sono convinto che saprebbe testimoniare a tutti noi come possa essere facile perdersi nella tranquillità di una vita fatta di ignoranza e di disinformazione. Voler cambiare le cose è una decisione che spetta ad ognuno di noi. Sono sicuro che lui saprebbe stimolare le menti di quei popoli oscurate da troppo tempo e offrirgli quella fiamma che da tanto manca negli Stan.  

Grazie, Mattia, di esserti portato dietro uno dei miei personaggi del cuore. E di averci fatto un po' pensare.

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